Domenico Theotokopoulos El Greco a Venezia e nel resto d’Italia: un talento incredibile.

Nel 2014 in varie parti del mondo si è celebrato l’anniversario della morte di questo pittore ed è da più di un secolo che continua la riscoperta della sua opera. In questi giorni sono andata a vedere una mostra molto interessante in corso a Treviso sull’argomento. Era da molto che avrei voluto approfondire la storia di questo artista e ne ho avuto l’occasione: che fortuna, accidenti!
Domenikos Theotokopoulos fu un umanista colto che possedeva 130 libri di argomenti vari annotati da lui stesso e dal pittore Federico Zuccari, nonché da un allievo spagnolo del pittore di nome Tristan – ritrovati negli anni ’60 e ’70 – e fu scoperto che aveva letto e commentato i testi di Vasari, di Daniele Barbaro che commentava Vitruvio e altro ancora. Tramite le sue annotazioni è possiible capire i suoi gusti e le sue aspettative.
El Greco ha avuto una formazione veneziana sin dagli anni in cui viveva a Creta (era già maestro di pittura “sgourafos”nel 1563, prima del trasferimento a Venezia nel 1567) e questo è riflesso nel suo modo di essere artista. Apprezzava Palladio, ma era convinto della superiorità della pittura sull’architettura in quanto scienza universale. Secondo lui era fondamentale la padronanza del disegno, il dominio della luce e del colore. Tintoretto, Tiziano, Jacopo Bassano e l’uso delle stampe per creare altre immagini rappresentarono dei modelli e ancora si discute sul fatto se abbia studiato con Tiziano o fosse semplicemente un suo seguace.
Nel 1570 Theotolopoulos fu raccomandato dal pittore croato Giulio Clovio al Cardinale Farnese per poter essere ospitato a Roma nel suo Palazzo. Nel 2000 è stata pubblicata una lettera datata 1572 rivolta dal pittore al cardinale Alessandro Farnese che ci fa sentire la sua voce di persona offesa e indignata per esser stato cacciato dalla corte romana del cardinale, mentre risale agli anni ’90 lo studio della biografia documentata del pittore da parte dello studioso Panayotakis al momento della sua formazione giovanile, radicata nel contesto insulare e nel contempo aperta agli stimoli esterni occidentali e in particolare veneziani. Queste tracce sono state cancellate dall’occupazione ottomana, ma esistono reperti architettonici e cartacei che comprovano ciò.

Importantissimi anche gli studi portati avanti dal Greco Centre di Rethymno con a capo il professor Hadjinicolau e tutte le iniziative portate avanti nel corso delgi ultimi due anni negli Stati Uniti, in Spagna e in Grecia.
El Greco studiò con Georgios Klontzas e Michail Damaskinos e volle essere un modernizzatore della tradizione bizantina per accontentare sia clienti cattolici che ortodossi.
Dagli studi più recenti emerge che fosse legato alla famiglia Grimani e, tramite il fratello maggiore Manoussos che faceva l’esattore, potè lavorare e vivere a Venezia. Per andare a Roma molto probabilmente fu al seguito dell’ambasciatore straordinario della Repubblica di Venezia Giovanni Soranzo. Qui conobbe il pittore croato Clovio ed entrò prepotentemente nella scena romana, poi si affiliò alla corporazione dei pittori di San Luca e infine nel 1577 approdò a Toledo. Forse tornò una seconda volta a Venezia prima di andare in Spagna? Forse era diventato cattolico? Come sostiene lo storico dell’arte Puppi El Greco si nasconde, ma lascia tracce veneziane comunque.
E’ ora di riscoprire questo artista, non scordatevelo! Anche perché è imperdibile il confronto tra Teothokopoulos e Picasso, tra pathos e ricerca spirituale.