Venezia e San Valentino: un connubio d’amore!

Vicino a Palazzo Grassi, affacciata sul Canal Grande, a due passi dalla casa natale di Casanova, si trova una chiesa dedicata al profeta Samuele – chiamato qui San Samuele – in onore del culto dei profeti di origine bizantina. Al suo interno, sulla vostra sinistra, troverete un altare con le reliquie di San Valentino, vissuto tra il II e III secolo d.C. in Umbria, a Terni.
A Terni si vantano di possedere il corpo di questo santo famoso, anche se è a Rovereto che riposa il suo corpo, nella chiesa dedicata alla Madonna di Loreto.

Nella città dell’amore, la nostra Venezia, anche a San Valentino piacciono le rose profumate, come a San Marco è dedicato il bocolo il 25 aprile. La storia del bocolo ha varianti innumerevoli. A me piace ricordare la storia di Maria innamorata del suo soldato che non ritorna da lei, muore e le regala una rosa insanguinata con il proprio sangue. Lei muore di crepacuore il giorno di San Marco.
Cosa c’è di più bello che offrire un fiore profumato agli innamorati? Si dice che lo facesse San Valentino, protettore della fecondità. Anche i piccioni festanti intorno a due innamorati litigiosi simboleggiano il santo, da cui l’espressione piccioncini per indicare i due fidanzati amorevoli riappacificati.
In realtà questa festa esisteva anche nel mondo italico pagano ed era chiamata Lupercalia in epoca romana. Si svolgeva il 15 febbraio in onore del dio Pan per propiziare la fecondità e la purificazione dei campi e fu soppressa da Augusto e proibita da papa Gelasio nel 494. Poi fu cristianizzata e festeggiata il 14 febbraio in onore dei fidanzati e degli innamorati.
Portiamo una rosa insieme a San Valentino? Venezia, città dell’amore, vi abbraccia e vuole che stiate bene.